Non possiamo fingere che l’epidemia ci abbia danneggiato tutti allo stesso modo. La crisi economica che stiamo attraversando rischia di lacerare un tessuto sociale già compromesso e di accentuare le disparità generazionali nel nostro Paese.
Oggi, davanti alle previsioni di tracollo dell’economia globale che lasciano intravedere gli impatti dell’attuale crisi, di certo maggiori rispetto a quelli della grande recessione, possiamo comprendere chiaramente i costi socio-economici che ci attendono. Da qui la necessità di scongiurare il rischio di un aumento delle diseguaglianze tra generazioni.
Per tali ragioni, c’è bisogno di un “Piano Nazionale per i Giovani” che ridia spazio e definisca una nuova prospettiva per i giovani nella società per affrontare quella che ormai tutti definiscono una “emergenza giovani” nel nostro Paese, un fenomeno con radici diverse, non riconducibili soltanto all’attuale crisi economica e sociale.
Non chiediamo scelte giovanilistiche o di assolvere a un obbligo morale nei confronti di una generazione. La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per lo sviluppo del nostro Paese, che non può non passare dal coinvolgimento di chi dovrà governarlo e abitarlo.
Chiediamo che le istituzioni ai vari livelli, nazionale, regionale e territoriale, stabiliscano piani pluriennali di politiche volte a raggiungere specifici obiettivi di sostegno alle giovani generazioni e per la crescita del Paese, coordinate con le strategie pluriennali stabilite su base europea e internazionale.
Quello che chiediamo è un’Italia dei redditi e non delle rendite, un’Italia della cooperazione e non della contrarietà, un’Italia delle opportunità per i giovani e quindi per il futuro del nostro Paese.
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