LA LETTERA DI FRANCESCA GUERZONI, NUOVA PRESIDENTE DI GIOC (GIOVENTÙ OPERAIA CRISTIANA)

La nuova Presidente Nazionale di GIOC (Gioventù Operaia Cristiana), Francesca Guerzoni, scrive a tutti gli iscritti all’associazione a seguito del Congresso che si è svolto dal 20 al 22 luglio 2018 a Ceranesi (GE).

“Cari militanti,

Innanzitutto ringrazio voi e i nostri ospiti per aver preso parte al Congresso nazionale. Esso rappresenta per la GiOC un momento estremamente importante di partecipazione collettiva e condivisione della scelta di impegno comune nel progetto del movimento.

Sono molto emozionata, oggi, di iniziare il mio mandato durante il campo nazionale. È stato per me formativo riflettere nella sua preparazione e mi auguro che possa essere un momento di ripartenza, che aiuti tutti noi militanti a riscoprire i valori di fondo che hanno caratterizzato la nascita del movimento della GiOC, da leggere a partire dalle esigenze dei giovani del nostro tempo, delle nostre zone, dei ragazzi, lavoratori e studenti, che incontriamo nei percorsi del compito educativo e nei progetti in cui ci spendiamo.

Nella mia esperienza, la GiOC è sempre stata, fin dal gruppo base, un’occasione di crescita e protagonismo, in cui sperimentare i miei limiti e le mie capacità, mettermi in gioco in situazioni nuove, fidarmi e affidarmi, imparare ad ascoltare le vite intorno a me e progettare sulla mia vita. Importanti sono stati gli incontri di persone, impegnate a livelli diversi nel movimento, ma tutte testimoni della vocazione nel compito di evangelizzazione dei giovani.

Penso che un elemento che rende l’esperienza della GiOC valida e concreta, sia che essa viene proposta prima di tutto da giovani. Il famoso “da loro, con loro, per loro” non è un motto, una frase d’effetto, ma rappresenta il senso di un movimento che crede che i giovani, di qualsiasi condizione sociale, economica e lavorativa, abbiano le capacità per essere protagonisti della propria vita e possano essere promotori di cambiamento nel contesto in cui vivono.

“Fiorisci là dove il Signore ti ha piantato”. Questa frase di Cardijn ci ricorda una missione che si realizza nei nostri ambienti di vita, la scuola, il lavoro, la famiglia, la comunità, il territorio, con l’obiettivo di vivere e diffondere il messaggio del Vangelo. È un invito a non abbandonare la speranza, nonostante le difficoltà che la vita ci presenta; è una chiamata a diventare cittadini e cristiani coinvolti e consapevoli, ma soprattutto a rispondere alle esigenze dei giovani cosiddetti invisibili, che la società sembra non vedere.

Viviamo un momento storico complesso dal punto di vista sociale e politico, che spinge l’individuo all’isolamento, alla diffidenza verso il diverso, all’accettazione acritica di realtà che sembrano immodificabili, alla superficialità nelle relazioni. In questa realtà l’associazionismo è una scelta rivoluzionaria. È necessario continuare su questa via, saldi nelle nostre convinzioni, ma aperti nell’allargare lo sguardo e leggere il cambiamento nei contesti in cui operiamo. Ricordiamoci che la nostra missione viene da Dio: “Ogni giovane lavoratore vale più di tutto l’oro del mondo perché figlio di Dio”. La sua parola ci invita, invece, a riconoscere le diversità come ricchezze, il confronto e la condivisione come strumenti di crescita e costruzione sociale, la riflessione e l’analisi della realtà per realizzare il cambiamento.

Nonostante i tempi e la situazione del mondo del lavoro siano profondamente cambiati, credo che oggi la GiOC sia ancora per i giovani, me compresa, un’esperienza di incontro e condivisione, di educazione, di azione e cambiamento.

L’incontro è la dimensione che ci spinge ad uscire fuori, a guardare la realtà circostante, accogliere e ascoltare nuovi giovani, condividere un cammino ed esperienze significative insieme a loro.

La militanza è esperienza di autoeducazione ed eteroeducazione dei giovani: il movimento educa alla Parola, a un rapporto profondo e non superficiale con l’altro, ad una presa di coscienza della realtà, ad una progettualità concreta della vita elaborata alla luce del Vangelo, ad un metodo ed un’organizzazione che sono sempre strumento, e mai fine del nostro agire.

La GiOC è infine AZIONE, luogo dove impariamo ad essere concreti ed incisivi, come singoli e come movimento. Insieme agli altri siamo capaci di proposte e protagonisti di azioni che puntano al cambiamento della realtà, senza paura di schierarsi, di prendere delle posizioni con senso critico al fianco dei giovani lavoratori.

Noi militanti, nonostante le fatiche e le difficoltà da affrontare, siamo la dimostrazione che la chiamata del Signore verso i giovani sia ancora accesa e che la proposta del movimento sia più che mai attuale.

È nostro compito seminare, ognuno nei propri contesti, con i talenti e specificità che ci contraddistinguono, portando avanti il progetto, per far sì che l’esperienza della GiOC possa dare frutti nei prossimi anni.

Ringrazio, quindi, voi militanti per scegliere di rinnovare ogni giorno il vostro impegno nel movimento.

Ringrazio Silvia, Viola, Roberta, Francesco e Don Marco per spendersi con determinazione e impegno in questo progetto.

Grazie ad Eleonora, per avermi dato fiducia e per avermi accolta. Sei e sarai un esempio fondamentale per il mio impegno: con pacatezza e sensibilità sai trasmettere la passione e la determinazione con cui ti sei presa a cuore la GiOC.

Ringrazio la mia zona, Piossasco, perché rappresenta il mio punto di partenza e la mia base sicura, dove la GiOC rappresenta soprattutto territorio e comunità. Oggi vedo la zona crescere e scommettere sui militanti più giovani, questo mi rende piena di orgoglio.

Ringrazio il mio coordinamento, i responsabili, i ragazzi e Marta, con cui ho condiviso gioie e difficoltà per quattro anni. Le nostre interminabili discussioni e i momenti straordinari vissuti insieme sono stati importanti per capire cosa contasse davvero nell’esperienza della GiOC.

Ringrazio tutti gli assistenti e gli adulti che accampanano i giovani del movimento; sono fonte imprescindibile di sostegno e punti di riferimento nella riflessione sulla missione della Chiesa e di un laicato che ne faccia risonanza.

Ringrazio Mattia, che ha condiviso con me il percorso di scelta che mi ha portata qui oggi e, infine, la mia famiglia che mi ha sostenuta e mi sostiene sempre, educandomi ai valori cristiani con uno stile un po’ GiOC che in famiglia non manca.

Concludo con la speranza che questo campo nazionale, di cui vedremo la continuazione nel pomeriggio, possa portare all’elaborazione di piste operative concrete e condivise e possa avviare la riflessione di verifica delle priorità in previsione del prossimo congresso nazionale che si terrà nel dicembre 2019.

Affidiamo al Signore il nostro impegno e le nostre aspirazioni!

Ringrazio ognuno di voi per avermi dato l’opportunità di essere qui oggi!”

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