Pisani: “Serve un piano straordinario per i giovani europei: difendiamo Erasmus+”

L’articolo della Presidente Maria Cristina Pisani sull’Huffington Post! 👇👇👇

“In questi giorni l’intricata questione Brexit ha trascinato con sé anche quella che è stata definita l’uscita del Regno Unito dal programma Erasmus+ che coinvolge moltissimi giovani. La scorsa settimana la Camera dei Comuni ha, infatti, negato il rinnovo automatico del progetto. La decisione definitiva sarà presa nei prossimi mesi e riguarderà il futuro di tantissimi studenti universitari per i prossimi anni 2021-2027.

Come hanno ben detto i ragazzi di Erasmus Student Network Italia, la decisione è però un brutto segnale non solo per i giovani britannici ma per tutti i ragazzi europei, per i quali il programma Erasmus rappresenta una delle più significative opportunità di crescita personale e di formazione.

Il paradosso è che negli scorsi mesi, a livello europeo, in occasione della riunione congiunta del Consiglio dei Ministri delle Finanze e dell’Istruzione, come Consiglio Nazionale dei Giovani, avevamo chiesto a gran voce, insieme al Forum Europeo della Gioventù, in collaborazione con i Consigli dei Giovani degli Stati membri, di garantire maggiori opportunità di apprendimento per i giovani in ogni angolo d’Europa, attraverso un maggiore investimento nel prossimo programma Erasmus.

Questo perché la mobilità, gli scambi, le attività di cooperazione giovanile facilitano non solo l’acquisizione di competenze e conoscenze ma aiutano anche a costruire una comune identità, supportando il complesso processo di integrazione europea.

Per questo, la questione non riguarda solo strettamente l’educazione e l’istruzione ma è centrale per il futuro delle giovani generazioni. Non è un caso che un giovane su tre che partecipa al programma proviene da contesti svantaggiati e l’accrescimento degli scambi, anche attraverso le attività delle organizzazioni giovanili, ha contribuito, in tutta Europa, alla creazione di società più inclusive.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo ultimo discorso di fine anno, ha ribadito la mancanza di certezze e prospettive per le nuove generazioni. Invertire questa tendenza è uno sforzo che non può escludere nessuno: le istituzioni nazionali ed europee, le agenzie formative, il mondo del terzo settore e della politica, le famiglie; siamo tutti chiamati a prenderci in carico il futuro delle giovani generazioni.

Non si tratta di fare scelte giovanilistiche o di assolvere a un obbligo morale nei confronti di una generazione. La scommessa che insieme siamo chiamati a vincere è quella di costruire le basi per un nuovo modello di Europa che non può non passare dalla crescita di chi dovrà governarlo ed abitarlo.

Il punto però non è livellare i background. Il passato è il luogo dove risiede la saggezza. Il punto è cercare di capire come rafforzare il senso d’appartenenza primario, che è, gioco forza, quello dello Stato in cui si nasce e cresce, e quello secondario, che è figlio di una più razionale percezione civica del nostro essere Europa.

In questo processo, la mobilità giovanile è uno strumento importantissimo anche per noi che abbiamo imparato molto presto i benefici di un’Europa unita, che non riusciamo a immaginare quanto possa realmente essere complesso vivere in un agglomerato di Stati.

Per questo, è terribilmente necessario creare un piano straordinario a favore dei giovani europei. Occorre offrire opportunità di studio, di lavoro e di crescita professionale, che diano ai tanti nostri giovani talenti la possibilità di rischiare e di innovare.

A più di 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, che hanno sancito il primo passo verso un’idea, oggi smarrita, di unione di donne e uomini in Europa, c’è il desiderio, quasi una necessità, di contribuire a non disperdere lo sforzo straordinario di una generazione che ha saputo ostinatamente definire, nonostante le emergenze e le difficoltà, la propria identità.

Per questo, occorrerà fare tutto il necessario per non privare migliaia di giovani di un diritto, quello all’esperienza Erasmus, che offre loro un’opportunità unica, quella di studiare, lavorare e formarsi in una prospettiva indispensabile di cooperazione e di scambio reciproco.”

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