Dai documenti politici alle attività pilota nei territori: il lavoro della Commissione Esteri, Integrazione, Mobilità Europea e Internazionale del CNG per combattere i discorsi d’odio e la discriminazione

Fin dalla sua istituzione, la Commissione Esteri, Integrazione, Mobilità Europea e Internazionale ha cominciato ad occuparsi di diverse macro-tematiche dal carattere trasversale, relative ai ruoli dei giovani e degli studenti nella nostra società e al loro rapporto con il tessuto giovanile europeo e internazionale.

Nel contesto di questa premessa, è nata l’iniziativa di provare a combattere uno dei fenomeni più diffusi e dannosi della società moderna: i discorsi d’odio, noto anche come Hate Speech. Il fenomeno di Hate Speech, secondo la definizione Treccani, consiste nell’espressione di odio e incitamento all’odio di tipo razzista, tramite discorsi, slogan e insulti violenti, rivolti contro individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazioni (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili ecc.). Il Consiglio d’Europa, in particolare, dichiara che “Il discorso d’odio copre molte forme di espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l’odio, la violenza e la discriminazione contro una persona o un gruppo di persone per una serie di ragioni. Pone gravi pericoli per la coesione di una società democratica, la protezione dei diritti umani e lo stato di diritto. Se lasciato senza indirizzo, può portare ad atti di violenza e conflitti su una scala più ampia. In questo senso il discorso dell’odio è una forma estrema di intolleranza che contribuisce al crimine d’odio.” A questo riguardo, i giovani, in quanto individui ai primi stadi della loro evoluzione di un pensiero critico propriamente formato, rappresentano una fascia di popolazione il cui rischio di permeabilità di tali contenuti è elevato.

Diviene dunque di fondamentale importanza da parte del Consiglio Nazionale dei Giovani intraprendere una serie di iniziative per combattere il fenomeno di Hate Speech. Sia riprendendo le fila del lavoro a livello nazionale, che ricucendo i legami a livello internazionale con le Istituzioni Europee, i Consigli dei Giovani Europei e i vari stakeholder internazionali al fine di portare le pratiche efficaci a livello internazionale nei nostri terrori e dare l’occasione ai giovani di diventare attori del cambiamento e non spettatori di misure passive.

Per questo motivo, all’interno della Commissione si sono istituiti due gruppi di Membri Osservatori incaricati di formulare iniziative e progetti volti a combattere il fenomeno. Durante gli ultimi mesi di lavoro sono state formulate diverse proposte. A livello istituzionale risulta indispensabile istituire una Task Force contro i fenomeni di odio online che possa lavorare su documenti politici, raccomandazioni e linee di indirizzo da condividere e discutere con gli stakeholder nazionali e internazionali e le istituzioni con cui il CNG opera. Pare evidente che questo gruppo di osservatori non possa avere una durata di tre mesi, ma che debba essere un osservatorio permanente. Un tavolo istituzionale che sia il risultato dell’unione dei soggetti istituzionali, ma che si alimenti anche e soprattutto dei contributi di associazioni e organizzazioni, come ad esempio VOX – Osservatorio Italiano sui Diritti che tramite uno studio pluriennale sia qualitativo che quantitativo pubblica ogni anno la Mappa dell’Intolleranza o Amnesty International (con la pubblicazione del Barometro dell’odio, in funzione proprio durante le scorse elezioni politiche).

È evidente che a queste attività di monitoraggio del sentiment nazionale deve seguire necessariamente una imponente campagna istituzionale di contro-narrazione rispetto alle fake news e ai messaggi di istigazione all’odio. La stessa Commissione Europea è orientata verso programmi di sensibilizzazione e comunicazione (soft law) tramite i propri canali social ed eventi dedicati.

È attraverso una comunicazione inclusiva, in opposizione a quella degli haters, da parte delle stesse istituzioni, che è possibile contribuire ad isolare e disinnescare episodi di incitamento all’odio e alla discriminazione, anche e soprattutto quando questi provengono da personaggi della politica.

Da un punto di vista sociale e culturale, i membri osservatori hanno formulato proposte relative ad iniziative da implementare sia a livello scolastico, dalla scuola primaria d’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado, sia in ambito corporate.

Per le prime, sono stati delineati una serie di esercizi interattivi da far svolgere agli studenti durante le ore dedicate all’apprendimento, mirati a costruire un percorso di maggiore consapevolezza, autostima e inclusività.

Nell’ambito corporate, invece, i membri della commissione del sottogruppo hate speech ritengono fortemente auspicabile che sempre più aziende assumano figure come Inclusion & Diversity Manager, che si promuovano corsi ad hoc sul linguaggio e le azioni inclusive e non discriminanti, e che si aprano canali di segnalazione in caso di atteggiamenti lesivi in forma anonima.

Facendo seguito ai documenti politici e alle linee proposte, i membri osservatori hanno deciso di provare a sperimentare quanto esposto, per valutarne la fattibilità e capire in che direzione si possa muovere il CNG in futuro.

In particolar modo, uno dei membri osservatori, Francesco D’Anna, studente del quinto anno del Liceo Gandhi a Casoria (NA), che ha intrattenuto un webinar con gli studenti più piccoli, quelli del biennio, informandoli dei pericoli che portano con sé le derive dell’odio e della prepotenza. Sono state fatte delle riflessioni sull’art. 21 della Costituzione, strutturato sulle libertà di pensiero e di espressione; ci si è posti l’interrogativo: ‘Possiamo scrivere tutto ciò che pensiamo?’ Probabilmente no, perché, anche in una grande democrazia quale la nostra, le libertà sono limitate nel momento in cui si intaccano quelle di un altro individuo. I dibattiti affrontati, sono stati importanti ed utili alla coscienza di ogni singolo giovane. La chiave di lettura, dunque, per contrastare gli ‘hate speech’, risiede nel punto di partenza: le scuole che, prima della funzione didattica, sono chiamate ad una educativa.

L’iniziativa portata avanti da Francesco, che è stata apprezzata sia dal Consiglio d’Istituto che dagli studenti stessi, è la risposta che la Commissione stava cercando: accanto al lavoro di policy, servono pratiche concrete da mettere in campo per creare il cambiamento dal basso e affiancare le istituzioni nell’indirizzare gli interventi di contrasto al fenomeno dell’odio, in Italia come all’estero. L’azione di Francesco, sullo stimolo degli altri e dei documenti prodotti, è l’esempio che dovrebbe essere replicato ed ampliato su tutto il territorio nazionale.

Per questa ragione, a seguito di questo esito così proficuo, la commissione redigerà presto una proposta di piano d’azione sul tema del hate speech che possa aprire un confronto a livello internazionale, con al centro il Consiglio d’Europa, e che possa far avviare dei confronti e di tavoli politici al CNG con i Ministeri della Gioventù, dell’Istruzione, della Giustizia e delle Pari opportunità e Famiglia, al fine di attivare iniziative e buone pratiche individuate in seno alla Commissione su scala nazionale e in maniera trasversale.

Il fenomeno del Hate speech, soprattutto ora durante la pandemia, deve restare una priorità nell’agenda politica, in quanto è necessario disinnescare tensioni sociali che dal virtuale possano sfociare nel reale, complicando ulteriormente il processo di normalizzazione della vita sociale e del dibattito pubblico.

Un grazie particolare va a Marco Garganiello, Aurora Sium, Clara Micol Giovannetti e Sheila Xu per aver posto le basi dei documenti e delle buone pratiche da mettere in atto per avviare questo lavoro del CNG. Il percorso è solo all’inizio, ma la motivazione della Commissione e dei membri osservatori è alta: presto un primo seminario online per confrontarci sul tema e definire nuove alleanze e strategie comuni.

Restate connessi.